Casa Museo

Interni della Casa Museo Murolo

© Foto Alessandra Farinelli

Casa Museo Murolo nasce nell’appartamento dove la famiglia Murolo ha vissuto dal 1930 al 2003, anno della scomparsa di Roberto. “Qui fu Napoli”, è il caso di dire, proprio come recita il titolo di un celebre brano di Ernesto Murolo, padre di Roberto, musicato dal maestro Ernesto Tagliaferri. Ebbene sì, perchè nell’appartamento di via Cimarosa 25, nel cuore del Vomero, prima il poeta e drammaturgo Ernesto e poi suo figlio Roberto, hanno ospitato grandi personaggi della cultura napoletana: da Salvatore Di Giacomo ai fratelli De Filippo, da Libero Bovio a Totò, da Raffaele Viviani a Roberto Bracco, da Francesco Paolo Tosti al maestro Ernesto Tagliaferri, giusto per citarne alcuni. Personalità che, nel corso degli anni, diedero vita a un ideale “cenacolo”, caratterizzato da discussioni e progetti musicali, teatrali, radiofonici, giornalistici e cinematografici.

Immagini della Casa Museo Murolo

© Foto Alessandra Farinelli

Di tutto ciò resta testimonianza attraverso il tanto materiale diligentemente custodito e salvaguardato: manoscritti originali e lettere autografe, oggetti d’epoca, tra cui radio e grammofoni, libri, comprese numerose pubblicazioni francesi collezionate da Ernesto Murolo, una raccolta di numerosi e per la maggior parte rarissimi 78 giri, incisioni e provini inediti, le chitarre e i mandolini appartenuti al maestro, quadri e fotografie d’epoca, spesso con dedica, premi e riconoscimenti attestati da circa duecento targhe, medaglie, coppe, pergamene. Tra questi ultimi spiccano l’onorificenza di Grande Ufficiale della Corona d’Italia conferita a Ernesto Murolo da Vittorio Emanuele III; il Cavalierato di Gran Croce e il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana conferiti al maestro Roberto Murolo rispettivamente dai Presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro. Infine, il Premio alla carriera conferitogli con un commovente collegamento in mondovisione da casa Murolo, nel corso del Festival della canzone italiana di Sanremo, nel marzo 2002 e il "disco d'oro" conquistato con Ottantavogliadicantare.

Famiglia Murolo

Ernesto Murolo

Ernesto Murolo

Il Poeta

Ernesto Murolo nacque a Napoli nel 1876. La famiglia desiderava per lui un futuro nell’ambito giuridico e per questo motivo il giovane Ernesto si iscrisse alla facoltà di legge ma, contemporaneamente, cominciò a collaborare con varie redazioni giornalistiche, finché non maturò la scelta di abbandonare gli studi universitari per dedicarsi completamente alla scrittura. La decisione fu corroborata dall’ottenimento di un’eredità paterna di circa quattro milioni di lire. La tranquillità economica permise al poeta di ridurre l’attività giornalistica e rivolgere le proprie energie all’ambito artistico come autore di versi per alcune tra le più celebri canzoni napoletane e in veste di drammaturgo. Fin dall’inizio Murolo riscosse grande successo collaborando con alcuni tra gli artisti e i compositori dell’epoca d’oro della canzone napoletana, ma senza dubbio il connubio più fortunato e longevo fu quello con Ernesto Tagliaferri: Napule aspetta, Napule ca se ne va, ‘O cunto ‘e Mariarosa, Mandulinata a Napule, Qui fu Napoli, Piscatore ‘e Pusilleco, Tarantella internazionale, ‘A canzone d’’a felicità, Nun me scetà, Adduormete cu mme alcuni dei capolavori nati dall’incontro tra i due. Sposò Lia Cavalli - figlia di un pittore livornese - dalla cui unione nacquero sette figli.

Ad Ernesto si deve anche l’idea di portare nella cittadina ligure di Sanremo un format festivaliero, con canzoni napoletane ed italiane; la direzione artistica del festival fu dello stesso Murolo e quella musicale di Tagliaferri.

Il poeta si spense nel 1939 nella sua casa di via Cimarosa, dove aveva fatto ritorno dopo essersi ammalato durante una tournée teatrale in Puglia.

Roberto Murolo

Roberto Murolo

L'interprete

Roberto Murolo fu il sesto di sette figli, nato dall’unione tra Ernesto e Lia Cavalli. Fin da bambino, in quanto figlio d’arte, ebbe la possibilità di respirare nella casa paterna il dolce profumo della canzone napoletana entrando a contatto con i maggiori esponenti del panorama artistico cittadino del primo ‘900. In quegli anni il salotto di casa Murolo era abitato da personalità come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Ernesto Tagliaferri, Gaetano Lama, solo per citarne alcuni.

L’attitudine musicale del giovane Roberto si manifestò molto presto e il suo approccio alla musica fu inizialmente da strumentista; prima si avvicinò al pianoforte, poi allo studio della fisarmonica e del sax, finché a sedici anni cominciò lo studio della chitarra con il maestro Quagliolo.

Dopo la conclusione del percorso di studi e l’adempimento del servizio militare, Roberto iniziò a lavorare come impiegato alla Compagnia del gas. Parallelamente coltivò un interesse sempre crescente verso lo sport: pugilato, nuoto, tuffi, canottaggio e sci di fondo furono alcuni di quelli che praticò più intensamente. Ma l’arte e la musica continuarono ad accompagnare la vita di Roberto, negli anni ’30 infatti vide la luce un gruppo di derivazione jazz: i Mida Quartet. Nella band, Murolo spiccava col suo timbro grave a cui era destinata la parte del trombone. Il quartetto cominciò ad esibirsi prima in Italia e poi all’estero, infatti, Roberto apprese della morte del padre mentre era in tour nell’est Europa. Fu solo nel 1946 che Murolo riuscì a tornare a Napoli, contestualmente alla decisione di prendere le distanze dal gruppo in maniera definitiva.

Grazie al fratello Massimo, Roberto cominciò ad esibirsi a Capri, al Tragara club, riscuotendo un successo tale da consentirgli di firmare un contratto con la Durium. Questa volta, non un quartetto o una band: ci sono Roberto Murolo, la sua voce e la sua chitarra ad eseguire canzoni napoletane, quello che sarà da questo momento in avanti un marchio inconfondibile. Fu così che nel 1947 la carriera di Murolo spiccò definitivamente il volo, complici le trasmissioni radiofoniche che contribuirono ad aumentare la sua notorietà.

Nel 1956 Roberto diede inizio a un lavoro filologico di ricerca sull’intero repertorio della canzone napoletana recuperando anche i brani antichi. Questo lavoro molto faticoso culminò con la pubblicazione, tra il 1963 e il 1965, della Napoletana. Antologia cronologica della canzone partenopea. Murolo incise 160 tracce confermandosi come interprete colto della canzone napoletana. La mastodontica opera muroliana si compone di dodici volumi che rappresentano altrettanti periodi della canzone napoletana dal 1200 fino a quella che rappresentava, per Murolo, la contemporaneità. Fino alla metà degli anni ’70 Murolo fu impegnato in un’intensa e varia attività discografica. Senza sosta fu invece la sua attività concertistica con un’agenda sempre ricca di impegni nonostante l’età stesse avanzando. Importante, per la ripresa dell’attività discografica, fu l’incontro con il produttore Nando Coppeto che approfittò del mezzo televisivo, all’epoca il mass media più popolare, per rilanciare l’immagine dell’interprete napoletano.

Negli ultimi decenni della sua carriera non mancarono successi e collaborazioni con artisti quali Enzo Gragnaniello, Mia Martini, Fabrizio De André, Lina Sastri, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato, solo per citarne alcuni senza dimenticare il rapporto professionale e soprattutto umano con l’amico Renzo Arbore. È del 1992 l’album Ottantavogliadicantare, con il successo Cu’ mme interpretato con Mia Martini ed Enzo Gragnaniello. Ho sognato di cantare è l’album testamento di Murolo che alla veneranda età di novant’anni realizzò il sogno di cantare fino al termine della sua lunga carriera.

Il viaggio terreno di Roberto Murolo terminò il 13 marzo 2003 nella sua casa in via Cimarosa 25, al Vomero, dove oggi sorge la Fondazione Murolo fondata proprio dallo stesso Murolo nel 2001.

Iniziative

Sezione in allestimento.

Fondazione Murolo

La Fondazione Roberto Murolo Onlus è stata istituita il 18 dicembre 2001, su iniziativa del maestro che riservò per sé il ruolo di Vice-Presidente. Il primo consiglio di amministrazione era composto da Renzo Arbore, Mario Franco, Rodolfo Parlato e Nando Coppeto che, sin dalla fondazione, sempre su indicazione di Roberto Murolo, ha assunto l’incarico di Presidente.

Il 28 maggio 2003, a seguito del decesso del maestro Roberto Murolo, l’organismo è stato integrato con la cooptazione di Mario Coppeto.

Per ultimo, il 2 ottobre 2024, con la prematura scomparsa del presidente, il consiglio di amministrazione ha provveduto alla sua sostituzione con Mario Coppeto, affidandogli il compito di riorganizzare e rilanciare la Fondazione dopo un periodo di sostanziale chiusura e sospensione delle attività che ha coinciso con la pandemia da Covid 19 e gli eventi successivi con l’obiettivo di rimettere a disposizione di ricercatori, studiosi e appassionati ma, anche, di turisti e visitatori attratti dal fascino dei luoghi e della narrazione ad essi collegata, il patrimonio storico-culturale della Fondazione e la Casa Museo Murolo.

Il principale scopo istituzionale della Fondazione è “promuovere, istituire, sviluppare e realizzare iniziative, ricerche, studi, pubblicazioni, premi, borse di studio, mostre, convegni, incontri e seminari, per valorizzare, tramandare, diffondere e conservare il patrimonio culturale, artistico, storico e scientifico della musica napoletana...” [art. 3 dello Statuto] nella forte convinzione che la canzone napoletana classica e rivisitata dai nuovi autori e dalle nuove contaminazioni, possa continuare a rappresentare un elemento di unicità nello scenario musicale nazionale ed Internazionale.

Già nel 2009, su iniziativa del Prof. Enrico Careri docente di Musicologia, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa con l’allora Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università Federico II di Napoli, ed è stato istituito, presso la sede della Fondazione, il Centro Studi della Canzone Napoletana..

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